ECOMUSEO ORTO DEL CENTAURO CHIRONE

COLLEPARDO, CUORE DEI MONTI ERNICI

IL PROGETTO

L’Ecomuseo ‘Orto del Centauro Chirone’ è una particolare forma museale che comprende l’intero territorio del comune di Collepardo (FR). È un processo partecipato di riconoscimento, interpretazione e gestione dello straordinario patrimonio naturale e culturale locale avviato in modo spontaneo nel 2012.

La comunità dell’Ecomuseo, costituita dalla popolazione residente e dai soggetti attivi e aderenti, è custode del patrimonio e dei valori di questo territorio e si impegna ad orientarne lo sviluppo in una logica di sostenibilità ambientale, economica e sociale, di responsabilità e partecipazione.

 

L’impegno della comunità si traduce nella programmazione condivisa e realizzazione di diverse azioni ed interventi:

Il Comune di Collepardo è l’ente titolare dell’Ecomuseo, promosso dalle associazioni Sylvatica e Hortus Hernicus. Tutti i soggetti aderenti costituiscono l’Assemblea dell’Ecomuseo che propone e programma le attività in sinergia con la Commissione tecnico-scientifica.

Grazie alle tante attività svolte finora, l’Ecomuseo è stato riconosciuto dalla Regione Lazio, ai sensi della Legge regionale n. 24/2019, ed inserito nell’Organizzazione Museale Regionale (OMR), operando in rete con gli altri ecomusei.

Atti e documenti di riferimento: Atto istitutivo | Regolamento | Progetto di interpretazione

L’ecomuseo può definirsi una pratica culturale di tutela e lettura del sistema locale partecipata dalla comunità (...). È uno strumento flessibile ed in continua evoluzione

G. Reina L’ecomuseo tra territorio e comunità 2014

IL TERRITORIO

L’ambito territoriale dell’Ecomuseo coincide con il territorio del comune di Collepardo, contraddistinto da evidenti elementi di omogeneità riconducibili ai caratteri fisici, bioclimatici ed ecologici tipici dei Monti Ernici

Questi rilievi carbonatici sono modellati in particolare dalle acque che, grazie ai fenomeni carsici, li erodono in superficie e in profondità e li incidono scavando forre e valli. Sulle cime erbose o rupestri, sui versanti boscati o pascolati, nei torrenti e nelle grotte di queste montagne si sviluppa una eccezionale ricchezza di ambienti e di specie che ha ispirato la fantasia di genti o di qualche autore collocando qui il famoso Orto del Centauro Chirone.

Secondo la mitologia, il sapiente Centauro Chirone (maestro di Esculapio, dio della medicina) raccoglieva le piante spontanee con cui curava ferite e malattie nella porzione dei Monti Ernici compresa tra Collepardo (versante laziale) e Rendinara (versante abruzzese), detta l’Orto del Centauro. Questo toponimo è presente ancora nella memoria di alcuni anziani e negli scritti di alcuni storici vissuti nei secoli passati, tra cui lo storico abruzzese Febonio (Mutio Phoebonio) vissuto nel XVII secolo e autore dell’enciclopedica Historia Marsorum.

IL PATRIMONIO

Attraverso lo scambio dei saperi, viene elaborato l’inventario del patrimonio dell’Ecomuseo. L’inventario fornisce una documentazione dinamica, nuove informazioni e genera un interesse collettivo per poi sfociare nella presa in carico della gestione culturale e ambientale di ogni elemento patrimoniale da parte della comunità locale.

 

“L’ecomuseo fa una sintesi dei diversi aspetti del patrimonio. Esso fa in modo che interagiscano e si arricchiscano reciprocamente, nessun elemento del patrimonio è unidimensionale e ciascuno deve essere considerato, analizzato, gestito in funzione delle diverse dimensioni dello sviluppo: ambientale, culturale, sociale, economico.”
(Hugues de Varine)
 
Il Centauro Chirone, simbolo dell’Ecomuseo, rappresenta la sintesi del binomio natura-cultura: la conoscenza e tutela delle risorse naturali e l’uso sapiente e sostenibile delle stesse.

Il patrimonio naturalistico è costituito dalla ricchezza di habitat e specie che hanno determinato l’istituzione di zone di alto valore conservazionistico.

Il territorio dell’Ecomuseo rientra nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) Simbruini-Ernici, nodo della rete europea Natura 2000. Molto importante per la tutela della biodiversità è l’Oasi di Protezione della Fauna di Trisulti che include il Bosco demaniale di “Selva d’Ecio, un ecosistema forestale complesso che ha tutti i caratteri del bosco vetusto. Sono presenti geositi di notevole valore legati al carsismo come le Grotte di Collepardo, definite Zona Speciale di Conservazione (ZSC) per la presenza di una ricca popolazione di chirotteri, e il Pozzo D’Antullo, che rappresenta una delle doline carsiche più grandi d’Europa. La straordinaria biodiversità vegetale e la presenza di numerose specie floristiche è raccontata nei suoi aspetti biologici ed ecologici nel giardino botanico “Orto Sylvatico”. Il valore naturalistico di questo territorio emerge anche dal lontano passato: a Collepardo 3 milioni di anni fa viveva l’Orso dal muso corto (Agriotherium), un grande carnivoro ritrovato finora solo qui in Italia.

Il patrimonio culturale è fortemente legato all’uso, alla trasformazione e alla rappresentazione delle risorse naturali. 

L’uso delle grotte in questo territorio risale ad almeno 10.000 anni fa ed è datata all’età del bronzo l’antica necropoli nella Grotta dei Bambocci.

La naturalità del territorio ha richiamato numerosi eremiti ai quali è legata la fondazione di importanti strutture religiose e cenobi come il monastero di San Domenico e la Certosa di Trisulti che hanno inciso profondamente nelle vicende sociali ed economiche locali e sulle trasformazioni del paesaggio.

Il borgo storico vive immerso nel paesaggio naturale e interagisce con esso attraverso le tante porte della cinta muraria, che collegano la vita urbana a quella rurale e selvatica.

Un ruolo di rilievo è rappresentato dalla tradizione erboristica tramandata nei secoli dai monaci di Trisulti, su cui si fonda una fiorente economia locale ed un cospicuo numero di iniziative culturali. Per questa tradizione Collepardo è conosciuto come ‘il paese delle erbe’.

IL CENTRO DI INTERPRETAZIONE

Il centro di interpretazione è il luogo di raccolta ed elaborazione dati, divulgazione, informazione, incontro, documentazione e catalogazione del patrimonio dell’Ecomuseo. Ha sede nel centro storico di Collepardo, presso il Palazzo comunale “la Rocca” (XIV sec.), ed è costituito dal Museo naturalistico e della tradizione erboristica, dalla Biblioteca ambientale e territoriale ed ospita l’Archivio storico

Sulla facciata della “Rocca”, in alto, è presente una grande scultura, intitolata “Il Chirone ferito”, realizzata da Patrick Alò con oggetti di metallo riciclati; in basso trova posto un grande pannello illustrativo sull’Ecomuseo.

 

 

Via Mario Tolomei, 33
03010 COLLEPARDO (fr
)

  

Orario invernale:
sabato – domenica 10.30-13.00 | 15.30-18.00

Orario estivo:
sabato – domenica 10.30-13.00 | 16.00-19.00

 

Per gruppi e scuole è consigliata la prenotazione

MUSEO NATURALISTICO E DELLA TRADIZIONE ERBORISTICA

Inaugurato nel 2015, è l’evoluzione del Museo delle erbe aperto nel 1977 e tra i primi musei in Italia dedicati a questa tematica. L’allestimento della nuova struttura museale, avvenuto grazie ad un finanziamento del GAL Ernici Simbruini per lo sviluppo del progetto dell’Ecomuseo, è stato curato dalle associazioni Sylvatica e Hortus Hernicus con il coinvolgimento della comunità locale.

Il percorso museale si concentra sui tre elementi principali che caratterizzano il territorio dell’Ecomuseo e dei Monti Ernici: la geologia e le forme del paesaggio; la biodiversità e le articolate relazioni ecologiche che legano i diversi organismi; l’uso delle risorse naturali e la tradizione erboristica collegata alla Certosa di Trisulti.

BIBLIOTECA AMBIENTALE E TERRITORIALE

 

Il fondo librario consta attualmente di circa 4.000 tra volumi e altre pubblicazioni (periodici, iconografie, enciclopedie, ecc.) inerenti le scienze naturali, la divulgazione naturalistica, l’educazione ambientale, l’erboristeria e la storia e cultura locale (di Collepardo e del Lazio meridionale). Sono presenti, inoltre, numerose cartografie naturalistiche e territoriali, video, documentari e prodotti digitali. Nella sala lettura è possibile visualizzare i materiali digitali. La sala è utilizzata anche per lo svolgimento di seminari e corsi formativi oltre che di laboratori didattici.

ARCHIVIO STORICO

 

L’importante lavoro di riordino e inventariazione dell’archivio storico comunale è avvenuto negli anni 1986-87 a cura di Gioacchino Giammaria, Tommaso Cecilia e Pierina Coppotelli. L’archivio contiene i documenti più antichi di Collepardo tra cui le due copie dello statuto comunale scoperte durante la schedatura analitica dei pezzi. È suddiviso in due parti: nella prima ci sono i registri e i documenti del periodo pontificio, nella seconda le carte prodotte dall’unità d’Italia all’anno 1946. La seconda parte è suddivisa in 27 serie utilizzando i due criteri storico ed istituzionale. 

ITINERARI E PERCORSI

L’Ecomuseo sviluppa itinerari naturalistici e culturali promuovendo la mobilità lenta e la corretta conservazione e fruizione dei luoghi.

Lungo i sentieri CAI, le mulattiere, le vecchie vie di comunicazione e le strade a basso traffico è possibile muoversi nel territorio, attraversare i variegati ambienti naturali e conoscere i diversi aspetti della vita della comunità.

L’Ecomuseo è interessato da parte della 12ª tappa (Trevi nel Lazio – Collepardo) e parte della 13ª tappa (Collepardo – Abbazia di Casamari) del Cammino di San Benedetto che nel suo intero percorso da Norcia a Montecassino, collega i luoghi fondamentali in cui è nato e si è sviluppato il movimento benedettino. 

 

Testi e Foto : Sylvatica
Artwork e Graphic Design: IAM Edizioni